Vita condizionata

Abbiamo lasciato la città assolata al centro della Pianura. L’abbiamo vista sfumare piano tra i vapori dell’asfalto incandescente. Il giorno successivo i giornali avevano annunciato 40 gradi e mi pareva logico tentare di respirare quel calore almeno in un luogo meno arroventato, al mare, a casa.

In macchina abbiamo tenuto i finestrini aperti il più possibile, il cane altrimenti ansimava, ma poi in autostrada la questione si è fatta più complicata e abbiamo dovuto chiuderli azionando l’aria condizionata della Opel che non è proprio il sistema più efficace di refrigerazione. Avevo portato due magliette a maniche corte per cambiare i bimbi nell’ipotesi di fare tappa in autogrill e doverli cambiare per non esporli ai 10 gradi dell’aria condizionata. Così nel momento in cui ci è venuta fame, avevamo già superato i territori adriatici dell’ex stato pontificio. Siamo scesi, abbiamo portato il cane a fare un giro ma faceva una gran fatica perché la strada era bollente e le sue zampe anziane non erano abituate a quel tipo di sensazione bruciante. Poi abbiamo cambiato i bimbi e siamo entrati a mangiare un panino all’autogrill che pareva una piccola scatola messa lì sul crocevia delle strade con l’intenzione ibernare qualsiasi corpo vi fosse entrato.

Abbiamo mangiato bene ma siamo ripartiti subito. Il viaggio poi è durato davvero poco, di traffico ormai non ce n’era ed erano già le 23.35 quando siamo finalmente arrivati a casa, al mare.

Le temperature tutta un’altra cosa rispetto alla Pianura, aria ventosa e non più di 28 gradi, abbiamo dormito senza sudare, senza ventilatore e senza aria condizionata, neanche il deumidificatore è stato necessario.

Così il primo giorno è iniziato verso le dieci di mattina, con un bel sole accogliente e nel pomeriggio abbiamo fatto un salto al mare che era un brodino caldo ma piacevole. Il giorno successivo i gradi sono aumentati e la notte abbiamo acceso il deumidificatore fisso sui 28 gradi, quindi davvero nulla. Certo quando poi il giorno dopo ancora era venuto il momento di preparare il pranzo, la cucina sembrava un bagno turco di vapori e calore ma per fortuna abbiamo utilizzato un vecchio funzionante ventilatore.

Così è arrivato questo qui che chiamano Cerbero. Al mare gran caldo, solo in acqua si respirava un po’ ma una bella fatica con i bambini, metti la crema protettiva, cambia la maglietta sudata prima di entrare al supermercato sennò escono con i ghiaccioli di sudore sulla schiena. La notte, sudore e condizionatore. Poi mentre pensavamo all’etimologia di questa parola, condizionatore, ho visto la porta chiusa della camera di mio fratello, blindata per evitare che i bambini mettano sotto sopra anche lì in assenza del suo proprietario. Siamo entrati in punta di piedi, in silenzio e mi hai detto: “Beh! Ma qui si sta bene!”

Condicere: cum+dicere, dire, e dunque stabilire, insieme qualcosa. Almeno non da soli.

Informazioni su Carmela Pracilio

"Anche sul trono più alto del mondo, si sta seduti sul proprio culo" M. D. Montaigne.
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3 risposte a Vita condizionata

  1. iltrenoavapore ha detto:

    Molto piacere di ritrovarti. Le cose cambiano, ma ciò che ciascheduno di noi è, quello non cambia mai.
    Un abbraccio.

  2. iltrenoavapore ha detto:

    Vivo si, pur tra qualche incertezza ma senza lamenti, e così Mafalda (abbiamo la stessa età). I cari vecchi blog sono morti e gli eredi sono troppo chiassosi.
    Che tu possa sempre sorridere e scrivere.
    Abbraccio.

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